Carta sconti per gli studenti: come l’ho persa e mi sono ritrovata al gelo

Solo se hai e usi la tessera ‘Smac’ puoi dire di essere veramente entrato nelle routine di San Marino. Nel bene e nel male. Basta fare attenzione e non combinare troppi casini. Come in questo caso

Cara futura matricola,

dopo averti parlato di come ho scoperto l’Università di San Marino, di come ho scovato l’appartamento perfetto e di come mi sono sentita il primo giorno di lezione, vorrei raccontarti di qualche buffa situazione che mi è capitata con una tessera che qui praticamente hanno tutti: la Smac Card.

Beh, innanzitutto ti spiego cos’è. Si tratta di una carta, fornita agli studenti gratis dall’università, che ti permette di ottenere sconti in diversi negozi. Come funziona: tu spendi una cifra e loro ricaricano una percentuale sulla carta, che puoi quindi usare come fosse una specie di bancomat. 

La uso spesso, soprattutto per andare a fare la spesa. Un uso innocuo, quindi, vero? Macchè. Anche se può sembrare impossibile, sono riuscita a cacciarmi in situazioni imbarazzanti.

Ti racconto questa. Ero a casa di una compagna di corso: insieme ad altre due ragazze volevamo preparare un dolce. Così, dopo aver cercato mille ricette su internet, ci siamo arrese alla classica torta paradiso. Un po’ perché era la più veloce da preparare, un po’ perché gli ingredienti li avevamo già in frigo. 

Musica nelle casse, ci siamo messe all’opera!

Devo confessarti che non sono molto brava nel cucinare. L’unica cosa in cui potevo essere utile era passare gli ingredienti. Come ho detto, avevamo tutto. O almeno, così pensavamo: uova, farina, zucchero, lievito, limone. Poi ci siamo accorte che mancava lo zucchero a velo. Dai: la classica ciliegina sulla torta.

“E adesso chi va al supermercato?”

Era inverno e faceva molto freddo fuori. Visto che fino a quel momento il mio contributo non era stato così ‘importante’, ho deciso di sacrificarmi per il benessere della collettività. 

Sciarpa, cappello, giubbotto e via in strada. Di cosa mi accorgo, prima di arrivare all’alimentari? Che mi ero dimenticata il portafogli. Ho sbuffato, sono tornata indietro e di nuovo verso il supermercato. Senza bancomat e con pochi contanti, non abbastanza per acquistare lo zucchero a velo. Ma ero tranquilla: ci avrebbe pensato la Smac Card. 

Supermercato raggiunto: entro, prendo l’ormai famoso zucchero a velo, raggiungo la cassa e ci risiamo. Dramma. La Smac nel portafogli non c’è.

Panico. 

L’ho persa! 

La commessa mi guarda male. O forse no. Magari ride. Non ricordo. In qualche modo mi guardava. O almeno, sentivo i suoi occhi addosso. 

Mi dirigo verso la casa della mia compagna di corso, con gli occhi incollati a terra. Cerco la Smac Card in ogni angolo. Nessuna traccia. Ripeto il tragitto. Ormai non sento più le gambe. E nemmeno il naso, con tutto quel freddo. 

Rientro, quindi, senza Smac e senza zucchero. Demoralizzata. Mentre la torta è in forno a cucinare, io e le mie amiche setacciamo ogni stanza per cercare la maledetta Smac. Ma non c’è. Ci arrendiamo.

La torta è pronta ma io la odio: è colpa sua se ho perso la Smac Card. Che rabbia. Ad ogni modo, l’assaggio. Un morso e suona il telefonino. È un mio amico: ha trovato la mia carta in un carrello della spesa del supermercato! 

Assurdo!

Forse lo studio dà alla testa, o forse sono un po’ troppo sbadata. Ad ogni modo, ho percorso il tragitto verso l’alimentari per l’ennesima volta e ho recuperato la mia Smac. 

Lo zucchero a velo però non l’ho preso. Ce l’avevo anche con lui. È stata la mia piccola vendetta. 

Articolo e foto di Rossella Spinelli
Video di Massimiliano Iob