Una giornata all’inseguimento di Alessandro Barbero, lo storico superstar

Una reporter di MAG. era stata incaricata di incontrare l’accademico per fargli qualche domanda: era tutto pianificato, ma qualcosa non ha funzionato ed è iniziata l’avventura

Pensavamo di aver curato ogni dettaglio a dovere, calibrato nei minimi particolari, a prova di bomba. E invece, è andato tutto storto.

Questa è la storia di una ragazza che prova a intervistare Alessandro Barbero, il super divulgatore, quello che riesce a far interessare alla ‘storia’, intesa come materia e disciplina, anche i sassi.

Quella ragazza sono io. Quanto intensamente ci ho provato, lo so solo io. E se alla fine non ci sono riuscita, non penso sia nemmeno colpa mia.

Avevo tutte le carte in regola per fare un capolavoro, in fin dei conti: con l’incarico del direttore di questo magazine, MAG., mi ero garantita l’accesso illimitato a tutte le aree del centro congressi Kursaal, la struttura in cui Barbero sarebbe intervenuto il 3 marzo per l’inaugurazione dell’anno accademico 2022-23 dell’Università di San Marino. 

E poi avevo il supporto di due complici di tutto rispetto, nelle persone di Roberto Paci Dalò e Alessandro Renzi, in forze all’emittente dell’Ateneo, Usmaradio.

Insomma, doveva per forza andare tutto bene. Per forza. 

Quel giorno sveglia nemmeno troppo presto, via in auto da Rimini, dove vivo, e su a San Marino, nella parte alta della repubblica, armata di telefonino e microfoni. Arrivo in tarda mattinata e il viavai di fronte al centro congressi mi fa capire che sarà un evento abbastanza incasinato. I circa 500 posti disponibili nella platea erano andati tutti esauriti in poco tempo, all’apertura delle prenotazioni online. Tutti vogliono ascoltare Barbero, la voce di podcast fra i più ascoltati in Italia negli ultimi anni, cliccatissimi i suoi video su YouTube e non solo. Lo staff è numeroso, qualcuno è su di giri. Incontro Roberto e Alessandro, con loro discutiamo gli ultimi dettagli del piano. La cerimonia inizierà alle 15. Dobbiamo colpire prima.

Sappiamo che Barbero pranzerà al Grand Hotel di San Marino, a circa 15 minuti di camminata dalla sede della cerimonia, e che rilascerà un’intervista alla San Marino RTV, la televisione locale, in una delle stanze della struttura.

“Dunque, arriviamo attorno alle 13:30 e lo intercettiamo fra il pranzo e l’intervista, ok?” Tutti d’accordo. Pronti e determinati. 

Appena arriviamo al Gran Hotel, Roberto mi dice che sarei stata io a fare le domande. Panico: sarò all’altezza? Mi vede un po’ tesa e mi dà dei consigli. Poi lavoriamo insieme sulle domande, per migliorale e renderle più interessanti. 

Insomma, fin qui non dico tutto tranquillo, ma tutto bene. Sento le farfalle nello stomaco: a tu per tu con Barbero, che emozione! Chennesò, magari alcuni grandi della comunicazione hanno iniziato dal basso e la prima volta hanno intervistato il preside di una scuola o un bidello. Io invece ho l’opportunità di partire con un vero big!

Eccolo che arriva, splendido, distinto, una luce divina che lo illumina. Io almeno lo vedo così e sono pronta per presentarmi, ma lui tira dritto e sale di sopra per incontrare la troupe della televisione. Ci infiliamo anche noi: tutto mi appare surreale. Le luci da studio, i divani, l’operatore, le telecamere, i microfoni. È come essere su un set. Perché sono su un set!

Ma non mi devo far distrarre. La prima occasione è saltata. Ora, appena finisce, lo bracchiamo.

Come non detto. Barbero chiude l’intervista, si alza di scatto dalla sedia e scappa: è in ritardo per la cerimonia. 

Che si fa, dunque? Si corre! Proviamo a intercettarlo nell’atrio ma è inutile, lui sale in auto e fila come una scheggia verso il centro congressi.

All’ingresso del Grand Hotel c’è uno specchio. Mi osservo: col fiatone, tutta spettinata. Ma non mollo. 

Quando raggiungo la sede della cerimonia Barbero è già nella sala della ‘vestizione’ che si prepara insieme agli altri accademici. Toghe, cappelli, ornamenti. In sala l’aria è carica d’aspettative, gli studenti scalpitano. Incontro Luca, iscritto a Ingegneria. Freme: “Non vedo l’ora di ascoltarlo!”

La cerimonia inizia puntuale e solenne, come in chiesa. Tanti i rappresentanti delle università italiane, che vengono annunciati uno per uno, così come le figure istituzionali. Terminato l’ingresso degli accademici, il silenzio è totale. Lo spezza, dal palco, la voce del Rettore, Corrado Petrocelli.

Mentre parla mi faccio un giro dietro le quinte per raccogliere alcuni commenti fra gli studenti, tutti volontari, che danno una mano all’organizzazione. 

“Ehi ragazzi, venite qua! C’è il buffet gratis! Ce lo meritiamo dopo tutto questo lavoro, no?”, esclama uno. 

Iniziano i racconti, alcuni dei quali esilaranti. La Barbero-mania si esprime in molte sfumature, alcune delle quali decisamente bizzarre. 

“Una signora sprovvista di biglietto e senza prenotazione minacciava di causare chissà quali problemi se non la facevamo entrare. Affermava di conoscere Barbero, non c’è stato modo di fermarla”.

“E io ho avuto a che fare con un ospite molto scontento del suo posto in sala. Mi ha chiesto di spostarlo più avanti, vicino al palco. Non sapevo come fare, era tutto pieno. Ho provato a spiegarglielo gentilmente, ma lui insisteva. Alla fine ho dovuto chiedere a un altro ospite, più comprensivo, se poteva fare cambio con lui”.

“Io invece ho avuto a che fare con uno che voleva assolutamente una copia autografata del libro di Barbero prima della conferenza. Mi ha chiesto se potevo procurargliela, ma non sapevo proprio come fare!”

Ascolto e penso: che fortunata, io lo incontrerò davvero Barbero! È solo questione di tempo.

Nel frattempo il Rettore chiude il suo intervento, ne seguono altri e poi arriva il momento tanto atteso dalla sala, la lectio magistralis del grande storico. 

Impeccabile e inimitabile; incalzante ed affascinante. Impossibile togliergli gli occhi di dosso. Il suo intervento è qui.

Quando conclude, la folla si fionda su di lui. Non dico tutti i 500, ma buona parte. Chi cerca una parola, un gesto, una foto. 

A un certo punto sento la voce di Luca che urla:”Alice! Alice! Sono riuscito a fare una foto con lui, incredibile!”

I minuti passano, il caos è sempre maggiore e non vedo più Barbero. L’ansia sale a mille. Che faccio? Cerco Alessandro di Usmaradio, che nel frattempo è stato in cabina di regia per trasmettere l’intervento in diretta. Gli scrivo un messaggio: “Dove sei? Dobbiamo fermare Barbero e fare quell’intervista!”

Doccia fredda: “È andato a cambiarsi. Forse riusciamo a fermarlo, ma non posso garantire nulla”.

Com’è finita lo sapete già. Sono rimasta così, senza intervista, ma con una storia di aspettative e inseguimenti da raccontare.

E chissà: forse, fra qualche anno e quando sarò una stimata professionista, lo intervisterò davvero a Barbero. Gli farò leggere questo pezzo, e gli chiederò cosa ne pensa. 

 

Articolo di Alice Molari
Foto di Emanuele Lumini