Pillole di storia: quando le monache occupavano gli spazi degli studenti

Un video ci porta in un viaggio nel tempo alla scoperta di genesi e sviluppo di quella che è diventata la principale sede dell’Università di San Marino

Che evoluzione, per il complesso che ogni giorno ospita il più alto numero di studenti dell’Università di San Marino: nell’Antico Monastero di Santa Chiara, per secoli e fino a circa 50 anni fa, hanno vissuto e pregato le monache di clausura. Erano loro le inquiline di questo posto. Non senza qualche colpo di scena.

Curiosi? Nel video qui sotto c’è tutta la storia!

Testimonianze

I segni della presenza delle monache sono parecchi, sparsi un po’ dappertutto. Fra le aule e i giardini, le biblioteche e i laboratori, icone religiose e diciture in odor di sacro si susseguono senza sosta. L’aula magna, che oggi ospita le discussioni delle tesi di laurea in Design, una volta era una chiesa. Nello stanzone che ospitava i letti, si fa lezione. Dove c’era l’orto, c’è un prato per il relax. Nell’area che ospitava il forno per il pane, ora si discutono tirocini e progetti di ricerca. 

Origini e leggende

Costruirla, questa struttura, non è stato semplice. A colpi di picconi e scalpelli, vista la conformazione rocciosa dell’area, si è iniziato a lavorare nel sedicesimo secolo. Poi l’inaugurazione nel 1609 con dodici donne pronte a prendere i voti. Fra loro, una è stata al centro di una vicenda nella quale si è gridato al miracolo, anche se avrebbe potuto rimanerci secca. Di lì è nata una leggenda in odore di sacro che s’è tramandata fino a noi.

 

Un luogo per imparare

Lungo i secoli il monastero ha accolto donne, ragazze e bambine che qui non hanno trovato solo il contesto giusto per coltivare la fede e dedicarsi all’introspezione, ma anche imparare: le attività e materie tramandate, che all’inizio coinvolgevano (fra le altre cose) la tessitura e il ricamo, hanno poi incluso la grammatica, la lingua francese, storia, geografia, disegno, pittura e ceramica. Insomma, qui si studiava ancora prima che arrivasse l’Università.   

Le ricerche

La storia del monastero, fino ai nostri giorni, è stata ricostruita dal nostro magazine grazie a Silvana Maria Bonavita, studentessa del corso di laurea in Comunicazione e Digital Media. Tante le domande alla base della ricerca: da dove viene il nome della struttura? Chi sono i protagonisti della sua storia? E dove sono state sepolte alcune delle monache (oltre 200) passate di qui? Per capirlo sono state necessarie ore e ore di studio, scrittura e tanto altro. Silvana si è basata principalmente su testi forniti dalla Biblioteca di Stato di San Marino, che col suo staff l’ha supportata per individuare i libri giusti dai quali estrapolare le informazioni più interessanti. È seguita una selezione degli episodi da inserire nel video, ordinati cronologicamente. 

Ciak si gira

Poi i sopralluoghi per decidere dove girare e come, mentre in redazione prendevano forma i testi definitivi. Chiuso lo storyboard, nel quale erano previste tutte le scene, sono iniziate le riprese: sia all’interno che all’aperto, in giornate di cielo sereno e di pioggia. 

 

La volata finale

Nella fase di montaggio sono stati selezionati i ciak migliori, abbinati a delle vedute aeree realizzate con un drone. Scelte le musiche e rifinite le transizioni fra le diverse scene, una studentessa iscritta a Design ha infine curato le grafiche animate che introducono i diversi capitoli del video.

 

Chi ci ha lavorato?

Silvana Maria Bonavita: ricerche, testi, conduzione
Francesco Ceccoli: riprese, montaggio, regia
Jeffrey Zani: produzione, testi, coordinamento
Grafiche animate: Laura Pesenti
Drone: Emanuele Lumini
Dalla Biblioteca di Stato: Claudia Malpeli e Vanna Tabarini
Con un grazie allo storico Verter Casali

Buona visione!