Pausa sigaretta all’università: una storia fumosa

Al popolo del tabacco, fatto di vere ciminiere, si aggrega gente che ha smesso, indifferente o talvolta infastidita: un viaggio fra gli studenti di Design, con l’accendino in mano

All’Università di San Marino ci sono tredici passi, fra un semplice break universitario e una pausa sigaretta. Per gli studenti del corso di laurea in Design, sono quelli che dividono la macchinetta del caffè da 50 centesimi, al secondo piano, dall’uscita che dà sui giardini interni della sede, ricavata in quello che un tempo era un antico monastero.

Lì, sotto un piccolo porticato, in inverno sembra di stare nella metropolitana di New York durante il rush hour. Specialmente se scende quella leggera pioggerella che sul Titano non è poi così rara. Stretti come sardine, amici e colleghi tirano boccate, aspirano, esalano, rollano e ridono.

C’è anche chi non fuma, in mezzo al gruppo, ma quando il meteo è ostile queste persone sono più rare. Poi c’è chi resta dentro, anche se magari si sente in disparte. Alla macchinetta del caffè, seduto sulle scale, svaccato sulle panche allestite nei corridoi, oppure in aula.

La pausa sigaretta è un fenomeno fatto di riti e relazioni, che brucia con le sue dinamiche e contraddizioni, personaggi e narrazioni.

Ho provato a esplorarlo pescando fra la folla qualcuno che aveva voglia di parlare. E raccontarmi, fra una boccata e l’altra, come la pensa di questa storia del fumo. Che fa male ma fa parlare. Piace e indispettisce, a volta separa e altre unisce.

Meno puzza

Nome ed età.

Sofia, 20 anni.

 

Fumatrice?

Sì.

 

Cosa rappresenta per te la pausa sigaretta?

Un’abitudine e un’occasione di svago. All’università è un momento per ricaricare le batterie dopo aver dedicato tanta concentrazione a una lezione o un progetto. È un momento sociale nel quale si sta insieme, ma lo farei da sola.

 

Cosa fumi?

Adesso Iqos, prima sigarette industriali e drum. Ho cambiato perché sono meno invasive. Alcuni amici che non fumavano mi hanno fatto presente, con molto tatto, che l’odore era molto forte e rimaneva addosso, nei vestiti, i capelli e l’alito. Mi sono trovata un po’ a disagio, dopo queste osservazioni. Così sono passata alle Iqos. ASecondo me hanno un odore meno fastidioso.

 

La prima quando?

A 16 anni, in discoteca insieme a degli amici. Non perché lo facevano loro, ma per capire se poteva aumentare l’effetto dell’alcool.

 

Posso fotografarti mentre fumi?

Certo.

Il fumo come fuga

(dal lavoro)

Nome ed età.

Edoardo, 22 anni.

 

Fumatore?

Molto di rado, la sera, a scrocco. Ma quasi mai.

 

Come vivi la pausa sigaretta?

Se mi va di stare insieme agli altri li seguo, quando escono per fumare. È un momento di stacco in cui chiacchierare con leggerezza. Non giudico chi fuma, ne sono abbastanza indifferente. Ma se proprio devo trovare una situazione in cui mi infastidisce, è quando lavoriamo in gruppo a un progetto e capita che i fumatori escano a fumare molto spesso. In quei casi la trovo più una scusa per non lavorare. Quando si è in una situazione in cui la mole di lavoro è tanta, con l’acqua alla gola, penso non sia il caso.

 

Hai mai provato a fumare?

Sì, a 19 anni, per curiosità. Non mi ha dato nulla, a livello di gusto. E poi gioco a calcio, sarebbe un ostacolo.

 

Ora in posa per una foto, grazie.

Ok.

Lo faccio ma invidio

chi non lo fa

Nome ed età.

Iris, 19 anni.

 

Fumatrice?

Sì.

 

Cosa rappresenta per te la pausa sigaretta?

Qualcosa di legato soprattutto alla dimensione sociale, e meno alla sensazione fisica. Se qualcuno esce a fumare, mi unisco anche se in quel momento non avevo voglia di fumare. Lo faccio per stare con gli altri. Poi, quando sono lì, fumo anch’io. Ammetto che se ci sono due o tre persone che partecipano senza il bisogno di fumare, dentro me stessa li stimo e invidio.

 

Cosa fumi?

Per lo più Iqos, ma anche sigarette industriali.

 

La prima quando?

A 14 anni. Una cosa pianificata: una sera sono uscita con un’amica proprio per provare. Appena rientrata sono andata a dare la buonanotte a mio padre e lui ha sentito la puzza, però. Lì per lì non ha detto niente, mentre il giorno dopo mi ha messo di fronte all’evidenza. Io però ho mentito dicendo che era stata solo la mia amica a farlo, anche se da quel momento non ho più smesso di fumare. A un certo punto ho dovuto ammetterlo a entrambi, forse i segnali erano troppi, ma tutto sommato l’hanno presa meglio di quanto pensassi. Di lì in poi non ho più smesso. Prima con le sigarette industriai, poi con le Iqos, alle quali sono passata pensando che facessero meno male, perché il tabacco non brucia e viene riscaldato a una temperatura più bassa. Da quando ho cambiato fumo molto più di prima, però.

 

Posso fotografati mentre fumi?

No.

Smetto quando voglio

(più o meno)

Nome ed età.

Francesco, 23 anni.

 

Fumatore?

Ho smesso una settimana fa, quindi no.

 

Come vivi la pausa sigaretta?

Finché fumavo era una cosa necessaria, uno stacco e anche un modo per riempire la noia. Ora è diverso. Non è la prima volta che smetto, ma la seconda. Quando non fumo divento super rompiscatole nei confronti di chi lo fa. Però alle pause spesso partecipo lo stesso. Essere un non fumatore non mi fa sentire escluso. Certo, le sigarette sono un ottimo pretesto per attaccar bottone. A volte porto con me un accendino: se una ragazza lo chiede, mi faccio trovare pronto. È un buon modo per socializzare.

 

La prima quando?

Al liceo, avevo 17 anni. Ho trovato un pacco di Marlboro Gold Touch per terra, pieno. Era giugno, sono andato sul lungomare di Riccione con un amico. Non vedevo neanche la fiamma dell’accendino da quanto era caldo. Ho fatto due tiri e sapeva di camino. Stavo per vomitare da quanto faceva schifo, così l’ho buttata. Poi sono andato a pranzo dall’amico temendo che da me i miei sentissero la puzza. Più o meno un anno più tardi, dopo la mia prima delusione amorosa, ho iniziato a uscire con un amico più grande che fumava e a furia di scroccargli due tiri sono partito. Prima solo nei weekend, poi era diventata un’abitudine. Ho già provato a smettere una volta, ma ci sono riuscito per sei mesi e poi ho ripreso. Ora ritento. Ero arrivato a fumarne troppe.

 

Una foto please.

Ok.

A scrocco

Nome ed età.

Alice, 19 anni.

 

Fumatrice?

Solo ogni tanto, a scrocco. Raramente. E mai da sola.

 

Come vivi la pausa sigaretta?

Se mi chiedi se mi sono mai sentita esclusa, è capitato. Se siamo in dieci e sono l’unica, un po’ di voglia mi viene, per avere un gesto da accompagnare alla chiacchiera. A me comunque piace, aggregarmi a chi è in pausa e fuma, perché sto in compagnia e mi godo la pausa. Non fumo ma faccio altro, mi bevo un caffè. Certo, se fuori fa molto freddo e accompagno qualcuno, dopo un po’ mi spazientisco. Se sono lì solo per parlare, preferisco stare dentro al calduccio.

 

Hai mai provato a fumare?

In seconda superiore. Ero a casa di un’amica che mi ha chiesto se volevo provare. Ho esitato, all’inizio, ma poi ho accettato. Non sapevo nemmeno come si faceva. Dopo due tiri ha iniziato a girarmi la testa, probabilmente mi ero autosuggestionata. Pensavo di morire.

 

Ti scatto una foto.

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Interviste e foto di Laura Pesenti