Il peso dello studio: abbiamo incontrato una ragazza che in palestra ha capito come gestire lezioni ed esami

Il Crossfit come allenamento per il corpo e la mente: “All’inizio andavo nel panico, guardavo le altre, non ero concentrata e di conseguenza andavo male. Poi sono migliorata. Ora ho il controllo”. Anche negli studi

Conosciamo più o meno tutti la sensazione di doversi destreggiare in diverse situazioni, in una sorta di infinito slalom gigante. Fra responsabilità e impegni, lezioni ed esami, trovare l’equilibrio perfetto è una vera sfida.
Poi notiamo le persone che ce la fanno, e che sembrano anzi galvanizzate mentre saltano da una cosa all’altra. Ma come fanno a trovare il tempo e l’energia per tutto?
Per scoprirlo ho incontrato una di loro. Una di quelle che ci riesce. Una che per capirla basta mettere il naso nel suo zaino, di quelli con molte tasche, zeppo di patch colorate. Dentro, uno strano mix di oggetti: abbigliamento da palestra, una borraccia, un libro di Digital Marketing, un manuale di Comunicazione Assertiva, un computer portatile.

Quello zaino è la sintesi della vita di Sara Casadei, 20 anni e due amori: lo sport e lo studio. Frequenta la facoltà di Comunicazione e Digital Media all’Università di San Marino e in palestra è una tigre: per lei non è solo un posto dove allenarsi, ma una casa. Lì si sente protetta, fuori dal mondo, in una bolla di confort e concentrazione: “Mi alleno, mi metto alla prova. Mi piace”.

Originaria di Cesena, si è trasferita a San Marino per frequentare il corso di laurea in Comunicazione e Digital Media. Pratica Crossfit: una disciplina che unisce sollevamento pesi e ginnastica, il tutto ad alta intensità. In gara i tempi variano dagli 8 ai 12 minuti, 15 al massimo. Sara si allena cinque giorni a settimana, almeno due ore alla volta, senza contare il tempo speso nello stretching, prima e dopo: “È fondamentale, se non ti rilassi bene si rischiano contratture che poi diventano strappi, e lì ci si fa male”.

La incontro alla palestra Dynamic di San Marino. Gli odori, i colori, il rumore delle suole delle scarpe sul pavimento: ciò che per me è alieno, per lei è familiare. Chissà se riuscirà a trasmettermi il segreto per una vita dove gli impegni non coincidono con lo stress!

Come ti sei avvicinata al Crossfit?
Da piccola avevo provato tanti sport: danza, ginnastica artistica e karate, ma non riuscivo in nessuno. A 14 anni non ero molto attiva, a dire il vero ero un po’ sovrappeso. I miei genitori erano preoccupati. Passavo un sacco di tempo a casa sul divano. Poi un giorno ha aperto una palestra vicino a casa mia. Per promuoversi ha offerto un mese di prova gratuito alla squadra di rugby in cui giocava mio fratello. Mi sono convinta ad accompagnarli: in mezzo a tutti questi ‘omaccioni’, ho provato per la prima volta uno sport di cui non avevo mai sentito parlare: il Crossfit.

Com’è stato l’impatto?
Traumatico. Non ero per niente allenata. In ogni caso, non so nemmeno perché, quel giorno mi sono divertita tantissimo. Non ho più smesso. Due anni dopo ho fatto la mia prima gara: avevo già iniziato ad allenarmi con costanza, ma non ancora tutti i giorni. La prova è stata molto pesante, forse più emotivamente che fisicamente. Alla fatica ero abbastanza abituata, ma non allo stress che porta una competizione del genere. Non vedevo l’ora di andare a casa.

In quegli anni ancora non c’erano le categorie, quindi ho gareggiato con ragazze anche di dieci anni più grandi di me, ovviamente molto più preparate. Io ero una bambina che faceva quel che poteva. Era scontato che andasse male, però quelle esperienze mi hanno dato la motivazione necessaria per impegnarmi ancor di più.

Gli allenamenti durano almeno due ore: come riesci a conciliare la tua passione con lo studio, le amicizie, la famiglia e le attività quotidiane?
Ammetto che non è facile. Mi è capitato spesso di rinunciare a un’uscita con gli amici perché dovevo allenarmi, oppure di dover stare a casa nel weekend perché dovevo studiare. Ci sono giornate così intense che quando torno a casa, dopo le lezioni all’università e l’allenamento, non ho proprio le forze per studiare. Ma questo stile di vita mi ha insegnato la disciplina, l’organizzazione e soprattutto la necessità di fare delle scelte e dei sacrifici.

In una parola?
Volontà. È questa la chiave. Con la giusta organizzazione, non è impossibile riuscire a incastrare tutte le cose.

Possiamo dire che la passione per il Crossfit, in qualche modo, ti ha aiutata negli studi?
Assolutamente. Alle superiori la gestione dei tempi era ancora più complicata che all’università: stavo a lezione sei ore al giorno e mi allenavo tanto quanto adesso. I miei genitori mi hanno avvertito: “Se non vai bene a scuola, dovrai allenarti di meno o smettere”. In quel momento che ho capito che avrei dovuto organizzarmi bene e avere il giusto focus per riuscire a fare tutto.

Come si fa?
Parte tutto dalla testa. Me ne accorgo anche in gara: se perdo la bussola è finita. All’inizio andavo nel panico, guardavo le altre, non ero concentrata e di conseguenza andavo male. Poi sono migliorata. Ora ho il controllo. E mi rendo conto che, anche negli studi, sono psicologicamente più tranquilla. Prima ogni verifica era un pianto, avevo l’ansia e andavo nel pallone. Adesso per gli esami mi preparo con la stessa determinazione e concentrazione che metto in gara. Sono molto più a mio agio e sicura di me.

Mens sana in corpore sano, giusto?
Il Crossfit mi ha aiutata a mantenermi in forma fisicamente e mentalmente, sia in termini di allenamento che di apprendimento, costanza e perseveranza.

Articolo e foto di Martina Rinaldini
Video di Irene Bacherotti